mercoledì 2 maggio 2012

ENTRY 0026
02.5.12

GLI UOMINI DI IERI

Il padre di mio padre si chiamava Luigi, veniva da Noventa del Piave e lavorava in un'officina della fabbrica
di motori navali che sta venendo smantellata in Corso Vigevano. la fabbrica era di interesse nazionale perchè forniva motori alla Marina Militare e Mercantile, per cui lui era stato esentato dalla chiamata alle armi.
Sì, perchè stiamo parlando del 1943. C'era la Guerra, quella col numero 2 e tutte le lettere maiuscole.
Luigi stava alla movimentazione dei materiali, per cui andava avanti e indietro in furgone e stava molto tempo
in giro da solo. Questo gli dava la possibilità di tenere i contatti con un gruppo di partigiani tra le colline di
Torino.
Purtroppo una soffiata, non si seppe mai di chi, fece arrivare al comando fascista di zona l'informazione che
alla fabbrica qualcuno collaborava con la guerriglia. Un giorno, al direttore dell'opificio giunse la voce di un'imminente ispezione, che generalmente significava rastrellamento dei sospetti e loro smistamento all'OVRA,
la temutissima polizia politica - equivalente della Gestapo tedesca - per gli interrogatori dei fermati. Capitava
spesso che in sede di interrogatorio si verificassero spiacevoli incidenti, e non era raro che i fermati non tornas-
sero più alle loro famiglie.
Il direttore era un brav'uomo, simpatizzante con la Resistenza, e aveva sempre lasciato fare. Conosceva bene
Luigi, per cui lo mandò a chiamare nel suo ufficio e gli disse che lo mandava a fare legna sulle colline fino a nuovo avviso. Un lavoro duro, che poteva essere interpretato come una punizione: si trattava di abbattere tronchi , tagliare rami e ammassare il tutto lavorando da mattino a sera all'addiaccio; ma in collina si era difficili
da localizzare e da raggiungere, e in un minuto si poteva sparire nel folto dei boschi sotto e intorno al colle di Superga.
E così fu. Ma la temuta ispezione non ebbe tempo di avere luogo.
Di lì a pochi giorni un bombardamento colpì in pieno la fabbrica, uccidendo tutti gli operai e il personale al
suo interno.
Lo stabilimento venne ricostruito negli Anni Cinquanta, ed oggi ne sopravvive solo l'infrastruttura di colonne
portanti e tetto.
Ma la memoria degli uomini, attraverso le loro storie, quella vive per sempre.

Janisch

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