giovedì 31 ottobre 2013







I GIORNI DEL SOLE E DELLA PIOGGIA

 

Anders mosse il dondolo nel patio, che scricchiolò fedelmente col passo lento di un vecchio servitore, ricordandogli i volti di tutti coloro che negli anni gli erano stati seduti accanto...
Volti uomini, volti di donne: la presa ruvida e frettolosa dei primi, la carezza leggera e incerta delle seconde...gli sguardi di tutti loro, sempre in parte sfuggenti di lato, vuoi per il timore e vuoi per l'imbarazzo. Il loro passo, a volte pesante e pieno di rammarico, a volte lieve e segnato da un estasi recente: i tramonti sulla laguna in fondo al lido e le albe tra gli arbusti del crinale, e i corpi intrecciati al suo, che ora sfilavano in una danza distante, come pupazzetti di carta uniti solo dall'essere fatti di un'unica e fragile materia...
E Anders si domandò, nè per la prima nè per l'ultima volta, come sarebbe scorsa la sua vita se la Natura lo avesse costretto ad amare soltanto uomini o soltanto donne:e si meravigliò a scoprire che la sottile ansia che un tempo aveva accompagnato quel dubbio era scomparsa nella risacca degli anni.
Sarebbe stato come essere storpio, forse, consegnato a portare il peso del suo passo su di una gamba sola. O come un guercio, privato della profondità della visione. O come un sordo da un orecchio, cui fosse negata la gioia dell'avvolgimento nel suono, nella musica.
E Anders sorrise. Con la gratitudine del bambino che un giorno ha scartato un regalo, per scoprire che la sostanza del dono non avrebbe avuto mai fine. Con la pace di un mattino di sole sulla foschia, con la quiete di un lago che non scorre ma non è mare, con la grazia e il mistero dei contrasti voluti da Dio, Anders sorrise."
Capitolo XII, pg. 226.

giovedì 24 ottobre 2013


HO VISTO ANCHE FASCISTI FELICI

C'era una volta un mondo con dentro varie società, con valori e culture diverse.
Una di queste si credeva migliore delle altre.
In nome di questa idea si sentì libera di imporre i suoi punti di vista alle altre, usando gli eserciti per uccidere
con estrema fantasia - bruciandoli, annegandoli, squartandoli, scannandoli ma più tardi per economia semplicemente sparandogli - tutti quelli che esprimevano dissenso, all'esterno come all'interno, e anche un buon numero di coloro che per qualsiasi motivo apparivano diversi e che non potevano o non volevano fare a meno di quella diversità.
Poi il tempo passò e, dopo un discreto numero di guerre e di eccidi, la nostra società arrivo a contemplare con terrore la propria possibile estinzione. Da lì decise di cambiare completamente strategia, e di adottare un comportamento che escludesse a priori qualsiasi forma di violenza e di discriminazione delle diversità, e chiamò questo colpo di genio il linguaggio politicamente corrtto, o  Politically Correct. 
Sfortunatamente, nel suo compiacimento la società aveva dimenticato un dettaglio elementare: l'uguaglianza non esiste. L'uguaglianza è un concetto matematico, e non si può applicare alle persone, essendo queste non equazioni ma realtà qualitative, con affinità e disaffinità, armonie e disarmonie che i numeri - non pensando - non hanno.
Il che significava, ovviamente, che la legge non detta che ora imponeva a tutti non discriminare nessuno era irreale, inapplicabile, assurda. Tipo la norma che imponeva di attraversare la strada sulle strisce pedonali.
Ora, come è noto a tutti e da tutti o quasi ignorato, la coercizione non crea che malanimo e reazione opposta, come il proibizionismo ha esteso e rafforzato i consumi di alcool e di ogni sorta di droga.
Quindi, la tutela a priori delle differenze creò un'ostilità generalizzata verso la differenza in sè, e mobilitò una percezione acuta e sofisticata delle differenze anche minime ( specialmente tra gli elettori di sinistra, capaci di odiarsi tra loro a causa di alcune intollerabili  anche se minori differenze , molto più di quanto odiassero gli elettori di destra, da cui li separava un rassicurante abisso).
 Il risultato fu una società dove tutti disprezzavano tutti , ma erano costretti a fingere di sopportarsi, proprio come in un'assemblea condominiale o a Messa la domenica in uno di quei paesi di provincia dove tutti si sorridono desiderando in realtà ciascuno l'estinzione dell'altro. E, come spesso succede, la tensione implicita in questo innaturale stato di cose sfociava di continuo in atti di violenza che altrimenti probabilmente non avrebbero mai avuto luogo.
Ma, ufficialmente, si era democratici e felici.
La storia insegna che il fascismo,come ogni belva feroce, ha molti volti: alcuni sorridono.
Ma solo perchè una jena ti sorride, non vuol dire che sia tua amica. 

"E' intollerabile , per un uomo, essere tollerato." 
(Pier Paolo Pasolini, citando Jean Cocteau)
 

 






IL SOLE DI CRISTALLO

Ovvero delle Cose che Sono in Quanto Fluttuano

Avevo chiuso la porta del negozio alle mie spalle, e il silenzio mi aveva accolto come un amico nel dormiveglia.
In attesa che arrivasse qualcuno a servirmi, mi ero avvicinato al basso pianale della vetrina, osservando gli oggetti che sembravano esservi sparsi a caso: qualcuno adagiato su un panno, altri rialzati su cavallotti trasparenti, altri ancora posati su un leggio come se fossero stati dei libri.
Il tratto comune tra tutti loro, era che non riuscivo a riconoscere nulla di familiare: nessuno di quei manufatti, tutti di ottima fattura, apparentemente di una certa età e prodotti di un lavoro artigianale, ai miei occhi pareva avere un senso compiuto.
Una cassa di violino poggiato su un telo di raso nero, ma priva di manico e di corde, con fili scintillanti fissati a coprire il cerchio tagliato nel legno lucido chiaro: parevano di seta di ragno, e brillavano d'arcobaleno ad ogni soffio di brezza.
Libellule intrecciate di cavo di rame , gli occhi a spirale che in qualche modo giravano lentamente, le ali tese e sospese a mezz'aria senza nulla di visibile che le reggesse.
Oggetti aperti come volumi stampati, ma in realtà modellati da un corpo unico di una materia liscia che profumava di sapone, le finte pagine cesellate delicatamente con le loro lievi abrasioni e un falso ingiallimento ai bordi, e i caratteri esotici sul doppio foglio si muovevano come un geroglifico animato, mormorando parole in una lingua dimenticata.
Ma, soprattutto, la cosa che aveva attirato la mia attenzione quel mattino, mentre passavo davanti a quell'esercizio senza nome e senza insegna che non ricordavo di aver mai visto prima.
Si trattava di un globo di cristallo smerigliato, issata in alto a circa due metri dal pianale, che girava lentamente su se stesso: e mentre roteava piano splendeva di una luce dorata, intensa ma non abbagliante, come se lo spazio intorno ad essa subito la assorbisse come linfa vitale; e le ombre cangianti che gettava sulle superfici circostanti danzavano scivolando in cerchio, come acqua luminescente , disegnando un teatro di forme effimere dalla vita di un istante, in un incanto che si riproduceva senza sosta e senza fine.
- C'è nessuno...? - avevo chiesto a bassa voce, contraddicendo la mia stessa premessa: stavo richiamando l'attenzione, ma cercando di non farmi sentire.
- Dipende - disse una voce di donna, da qualche parte nella penombra del retrobottega.  - Lei è un cliente?
Il suono era distante, ma le parole nitide, come se avesse parlato nella mia mente anzichè attraverso l'aria.
- Credo di sì - avevo risposto, cercando di distinguere qualcosa tra le quinte di tende traslucide oltre il bancone deserto, sul quale spiccava un grosso campanello simile a quello delle reception d'albergo: lo sollevai con delicatezza, e vidi che era privo di battacchio.
Ogni singolo oggetto lì dentro pareva privo di senso come la mia stessa, strana curiosità.
- Allora, buongiorno - fece lei, improvvisamente alle mie spalle, dove non poteva in alcun modo trovarsi.
- Che cosa desidera...?




1- Continua

giovedì 10 ottobre 2013





VALLE GIULIA 2013 : IL CIGNO CANTAVA PER VOI


 
Io sono uomo di Sinistra.
Per convinzione, per storia di famiglia,per appartenenza plurima a minoranze.
Ma oggi più che mai, mi domando se l'intellettualità di sinistra sa riconoscere
il Popolo quando se lo trova davanti.
E mi rispondo di no: perchè quando lo incontra per strada, nei bar (ma immagino che i radical chic non frequentino gli stessi locali del popolo) o in spiaggia (ma so che i radical chic non vanno in vacanza dove ci va il Popolo), lo disprezzano, lo insultano e negano che sia Popolo. Perchè non vuole gli stranieri in masse crescenti, perchè non vuole i matrimoni gay, perchè se ne fotte di avere i teatri nei quartieri e chiede asili e ambulatori, roba da poveri coatti.
Perchè il popolo, per gli intellettuali di sinistra che già facevano ribrezzo a Pasolini, il Popolo sono loro. A cui regolarmente appena aprono quella bocca stereotipa, che snocciola princìpi e non sa un xxxxx delle persone, domando: "COSA FA TUO PADRE?" e poi "E COSA FAI TU?" e capisco che di loro non c'è assolutamente niente da capire se non che sono dei viziati, spocchiosi e inutili rampolli che non hanno mai avuto fame e in vita loro - io sì, e sono stato deriso e umiliato perchè povero , e a volte picchiato sia dai coglioncelli della FIGC che dai loro gemelli siamesi del Fascio , capitava a chi si diceva anarchico - e... guarda un pò....una grandissima parte di loro è mantenuta a vita dallo stesso Stato che denunciano ad ogni passo come radice di tutti i mali.
Un consiglio: provate a parlarci, col Popolo , nei mercati rionali e alla fermata del bus e in coda per degli esami alla ASL: e, se sopravvivete al linciaggio, magari finalmente avrete imparato qualcosa. Se non altro, in quale mondo avete la fortuna di vivere.

lunedì 30 settembre 2013







ULTIMO MESSAGGIO REGISTRATO


L'avrete già sentito, ma ognuno di noi è diverso dagli altri per razza o religione, sessualità, idea politica o tradizioni culturali.
Far parte di una minoranza non obbliga per forza a rispettare tutte le altre.
Può darsi che nero islamico comunista e un ebreo maschilista di destra non abbiano niente da dirsi, e magari si avvalgano del loro sacrosanto diritto a prendersi a spintoni e a dare delle troie alle rispettive madri: e quando passerà un ambientalista omosessuale bianco e luterano, si uniranno a dare addosso a lui, che avrà appena rigato l'auto di un fascista cattolico di targa bulgara.
E proprio qui sta il punto: se ci scomponiamo in tutte le cose che ci definiscono, non troviamo più una maggioranza di alcun genere, perchè scompare la finzione dell'identità.
Nel nome dell'identità si fanno le crociate e si affettano i bambini altrui, ci si rinchiude in ghetti da cui si guarda agli altri con ostilità e diffidenza - senza pensare ai motivi che possono avere gli altri per guardarti allo stesso modo - e, intorno all'identità, si alzano muri che circondano tratti sempre più piccoli della nostra anima.
La nostra civiltà si è eretta una bolla attorno, immaginandosi oltre il tempo e il cambiamento... e regredendo, così, all'infanzia. Perchè è il bambino , di solito a credere che ignorando un problema questo smetta di esistere.
Ti tiri le lenzuole sul viso, e il coccodrillo nel buio non può più mangiarti: alla luce del giorno la cameretta tornerà tua, uguale e rassicurante come sempre.
Ma la vita va un pò oltre l'infanzia.
E quando al buio dell'età adulta trovi la solitudine e la depressione, l'agenzia delle imposte e la disoccupazione, i genitori invecchiati e la fine degli amori, accendere la luce non ti serve a un ostrega; anzi, vorresti spegnerla e riavere indietro quel coccodrillo immaginario che ora ti manca tanto.
Ma il tempo esiste ed è parte di noi, come siamo parte di lui. E' la Grande Differenza, e accettare il suo mistero,per cui siamo già morti cambiando (e così tante volte in una sola vita!), vuol dire abbandonare la cameretta dell'identità in cui ci eravamo chiusi per la paura di non saper immaginare un'alternativa.
L'alternativa è questa: noi siamo liberi.
La libertà è tutto ciò che un uomo e una donna possono essere.
Io sono qui che, con l'ostinazione di un sindacalista, cerco di superare ogni tipo di paratìa - quasi sempre inutile - che mi hanno messo dentro una stanza già troppo piccola.
Posso credere a tutti gli dèi che sono disposti ad amarmi, perchè di amore c'è sempre bisogno. E voterò per chiunque farà la cosa giusta per la mia coscienza. Amerò tutti i sessi che esistono, e tutti quelli che riuscirò a immaginare. Solo non appartenendo a nulla potrò appartenere a me stesso, e solo così potrò fare davvero dono di me a qualcun altro, quando verrà il momento.
Perchè solo chi è libero ama davvero, e solo l'amore rende davvero liberi.

DEDICATO A TUTTI QUELLI CHE CREDONO DI ESSERE UNA COSA SOLA.





venerdì 13 settembre 2013







D O V E   F I N I S C O N O   L E   S T R A D E   I N I Z I   T U

Il mio nome era Adrian Kovalsky.
Molti hanno scritto di nome, ma io non ne ho mai letto una riga. Ho sempre avuto poco tempo per leggere, a parte l'ultimo mese di CAR ILLUSTRATED, sempre sul cruscotto per quando mi trovavo in coda in autostrada. Non che abbia girato molto sulle autostrade: poche uscite, pochi svincoli, quasi niente curve nè incroci: amavo di più le strade che assomigliavano alla vita , le provinciali smottate e crepate più sterzo che rettilineo, tornanti di montagni e sali e scendi... è stato Pippo, l'amico del topo vestito, a dire " è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita." Amen, fratello, amen. Questa è stata la vita di Kovalsky, l'autista di tutti i racconti d'America.
Non la stessa America di oggi, gonfia e tronfia di pipparoli alla guida di autofighette con la plancia come una playstation e il ***** di cambio sincronizzato: io ti dico dell'America di Kerouac, al volante di carri armati con un'anima come la mia Pontiac verde del '57, la più bella giumenta meccanica che una fabbrica umana abbia assemblato sotto il cielo di George Washington.
Io e gli Indiani abbiamo avuto questo in comune: vedere l'anima delle cose. Come la terra non è solo polvere e fango, così le strade non sono soltanto nastri di asfalto: sono percorsi con qualcosa ad ogni metro da raccontare. Sono storie. Se le sai sentire, ogni via , sotto il rombo del motore, ti mormora le sue, e quando hai imparato ad ascolarle l'intero Paese diventa una distesa di storie sussurrate, e ad ogni giro di pneumatico tu le tiri su, le arrotoli tutte nella memoria, e alla fine diiventi anche tu una parte di loro. Una storia.
Come l'autostoppista fantasma sulla Route 36, che ti canta i vecchi blues della ferrovia e poi si fa lasciare di fianco a un vecchio cimitero. O l'albergo che appare e scompare a seconda della luna, sulla scogliera in fondo alla baia. O ancora, il tizio magro nero con la voce sottile, vestito da donna, che ti confida: "Non mi hanno ucciso, sono scappato, e sto ancora scappando."
Ricordi, leggende, voci dall'America dimenticata che ti parla dei morti occorsi per costruire un ponte, o del paese morto lentamente dopo che hanno spostato l'autostrada, o del deserto dove ogni anno per tre giorni arrivano sbroccati da tutte le parti, cantano e ballano strafatti per tre giorni dormendo in tenda e nelle roulottes, costruiscono un grande spaventapasseri e alla fine gli danno fuoco per poi tornare ognuno da dove è venuto, contento e più vecchio di un anno.
Le strade sono le storie dei posti che hanno toccato e dove portavano: la cascata che non esiste più, il borgo travolto da una frana, la valle sommersa per creare un bacino idroelettrico. Ricordaci, dicono i posti: portaci dentro, perchè non sei diverso da noi, e un giorno...quuando la tua Pontiac arruginirà tra le sterpaglie e tutti quelli che ti hanno conosciuto saranno scomparsi... di te resterà una storia - la Storia di Kovalsky, l'Uomo che Guidava fino alla Fine del Mondo.
E questo è il punto... le nostre strade finiscono: possiamo percorrerne migliaia ogni giorno quasi con furia, come ho fatto io: ma un giorno imboccheremo l'ultima.
E allora, alla fine dell'ultimo metro dell'ultima delle strade su cui hai guidato la tua Pontiac, la tua vita verde scintillante o blu malinconia o giallo dorato come il Sole... allora noi stessi diventeremo la nostra strada. La nostra storia.
E saremo liberi.

Su una lapide anonima, lontano da un paese in uno stato del Midwest, sotto un acero rosso vicino a uno stagno, c'è questa scritta:
WHERE THE ROAD ENDS YOU BEGIN
(Dove finisce la strada inizi tu)
Nessuno sa il perchè.

sabato 24 agosto 2013

ULTIMA PAGINA DI UN DIARIO A DAMASCO

 
E quando il vento avrà raccolto le polveri sollevate dall'ultimo giorno di guerra, scenderò in riva al fiume e verserò le ceneri dei miei figli nella corrente: guarderò le acque brune trascinarsi verso il mare lontano, mentre intorno a me come cespi d'erba radi ma vivi si alzeranno:
- un'antica musica da balera, che farà ballare gli anziani
- il crepitare di un fuoco sotto la prima povera grigliata in famiglia
- il bacio di un uomo ad un altro uomo, le guance rigate da una sola lacrima
- tende colorate strappate dai davanzali, agitate come festoni nella prima sera
- passi strascicati di mille bambini tra le macerie, affacciati sul tramonto.
E il mio sospiro dei giorni di festa accompagnerà il silenzio verso la notte bambina, ricordandoci di cosa significa essere di nuovo uomini, donne, sorelle, fratelli.
Avremo tutti un solo nome, un nome segreto che farà sorridere il Dio discosto dietro le finestre dei nostri occhi. E sarà un nome bellissimo, come i miei ricordi.

martedì 13 agosto 2013







Quando hai il Lupo alla Porta, Impara a Ululare

L'animale umano è una belva feroce. 
Non ho bisogno di dimostrarlo. Chi è in disaccordo smetta di leggere, non ho intenzione di disturbarlo: può rimanere nel Paese delle Fiabe , almeno fino a che non incontra il Lupo Cattivo.
Il punto è che il conflitto è una parte della vita di ogni società. Una società è un branco di individui che tentano in qualche modo di organizzarsi e darsi delle regole che li proteggano dal caos, cioè da quello che succede quando hanno a che fare gli uni con gli altri.
Il conflitto è violenza. Il conflitto pacifico non esiste. Gli interessi posti gli uni contro gli altri a volte riescono a contrattare, a volte no. La violenza è l'esito di ogni conflitto che non ha trovato un compromesso.
La violenza è cambiamento. Non sempre per il meglio, ma piaccia o non piaccia è il motore della Storia.
Il Medio Evo delle caste è finito (o così dice) con la Rivoluzione Francese, cioè un bagno di sangue da cui è emersa l'Europa Moderna. Wow.
I diritti civili e la fine della schiavitù in America sono stati imposti con una guerra civile e il massacro sistematico degli oppositori negli Stati del Sud. Il che non ha comunque detto particolarmente bene ai popoli nativi americani, sterminati in grande parte nel nome della civiltà. Okay.
La cosiddetta rivoluzione non violenta di Gandhi è costata decine di migliaia di morti. Oggi le caste in India sono più forti che mai,i poveri hanno il solo diritto di morire in fretta e le donne non contano un cazzo. Ari ari.
Ma l'Occidente dominato dal mercato e la borghesia farisea che crede di guidarlo hanno in orrore la violenza fisica, in quanto disturba la regolarità della vita civile, da loro concepita come una rete ("web",ooopss!!) di interazioni e transazioni commerciali.
Quindi la dittatura pacifista del politically correct ha creato un pantano di categorie e di minoranze autistiche e rincoglionite , ciascuna puntata sui propri diritti, e le comunicazioni sono state delegate ad organi ufficiali di regime o disperse in modo completamente caotico sul nuovo oppio dei popoli, il...hmmm...web su cui sto scrivendo queste parole completamente inutili. Oh-oh.
L'ideale del Tardo Capitalismo Decomposto è un marasma di società in anestesia totale, dove tutti sono obbligati a rispettare tutti per legge (ah sì, e ad attraversare la strada sulle strisce, HAHAHAHA), non si può dire FROCIO o TROIA e ognuno è costretto a pensare perste e corna del prossimo senza dirlo ad alta voce pena l'esclusione dal Martini e dal Party. Oh,my.
MA la diseguaglianza dei redditi dilaga come non mai, gli anzianii poveri se si ammalano muoiono, i disoccupati si uccidono per la gioia dei giornalisti tritarifiuti, i ragazzi devono emigrare per fare il lavoro per cui hanno studiato, e chi tira una pietra a un poliziotto mentre picchia una signora con un cartello NO TAV è un terrorista, mentre se lo fa un Palestinese è un paladino dell'Intifada. La violenza degli altri è lotta per il progresso: la nostra, dato che il regime borghese ha deciso che il progresso lo abbiamo già avuto (ANCHE SE IL 5% DELLA POPOLAZIONE POSSIEDE IL 50% DELLE RISORSE, E IL RESTO SI FOTTA),è sovversione sanguinaria e va repressa con la LEGITTIMA violenza,l'incarcerazione,la morte civile.
Qual è la lezione,oggi?
Che, vi dicano quello che vogliono,vivete tutti con il Lupo alla Porta.
Il Lupo può essere lo Stato ladro e mafioso, il Comune mafioso e ladro,la Finanziaria che vi sventra il prato di casa per farne un parcheggio, la Banca che rovina la vostra azienda, la Multinazionale che delocalizza e licenzia con la collusione delle leggi, il Crimine organizzato che si nutre dello scempio sociale, l'ignoranza del vostro vicino di casa e la violenza del vostro compagno : a parte quest'ultimo (fatevi le vostre domande in merito),ognuna di queste cose vi è stata imposta. Ognuna è l'ombra del Lupo con cui convivere, a 5 centimetri dietro la parete della vostra esile vita.
Ora, quando hai il Lupo alla porta, c'è solo una cosa che puoi fare: ricordati che sei nato/a  Lupo a tua volta.
E quando viene il momento,impara a ululare.

JANISCH

martedì 6 agosto 2013







LO SCIACQUONE DELLA VITA



Lo Sciacquone è un dispositivo periodico e fisiologico in cui si rottamano progressivamente le scorie azotate dei rapporti umani che si dimostrano inutili e/o dannosi, tipo:
- Gli amici che si vedono sempre solo nel momento del bisogno: il LORO.
- Quelli che si definiscono per categoria: che sono prima comunisti che persone, prima gay che persone, prima cattolici che persone, prima vegani che persone....in sintesi, prima coglioni che persone.
- I depressi a vita. A tutti può capitare un periodo difficile: ma io parlo dei PROFESSIONISTI, quelli che da 10-20 anni usano la depressione come una scusa per rinviare la vita ad un momento migliore, che non verrà mai. Fatene a meno da ora, ve ne accorgerete solo dal piacevole silenzio che sostituità il brusìo incessante di negatività che li circondava come la Nuvola dell'Impiegato.
- Quelli della Mezza Mela, indefessi e compulsivi cacciatori del Rapporto Perfetto, il cui sogno li impegna e consuma al punto che tra chat,annunci e persecuzioni agli amici (perchè gli presentino candidati/e) non pensano ad altro,non parlano d'altro e non fanno altro. E, naturalmente,invecchieranno soli.
- Gli/le opportunisti/e, gli/le ipocriti/e, gli/le invidiosi/e, i/le maldicenti e in generale chiunque vi cerca per un motivo che non è la vostra compagnia, che è solo un mezzo per un fine a loro più meno noto, a voi più o meno odioso.
Ascoltate il meraviglioso rumore che fa il liberarsi di questa zavorra:
FLLLUUUUUUUSSSSSHHHHHHHHH
Molto meglio ora, no?
(Da Eseguire Ogni 5 Anni, senza pensarci sopra)

 

martedì 23 luglio 2013





IL RITORNO DELLA CORAZZATA POTIOMKIN
 Ovvero PSICANALISI DELLA SINISTRA: ESPIAZIONE E CULTO DEL DOLORE



Vivo e voto a sinistra (è bene dirlo, perchè spesso le due cose non coincidono) da tutta la vita.
Da tutta la vita mi domando perchè per la cultura ufficiale di sinistra:
1. Siano belli solo i film che a)ti fanno due palle così, b) descrivono degrado e/o sofferenza, tipo "Disabile lesbica ebrea violentata dal patrigno fascista cresce odiando gli uomini ma si innamora perdutamente di terrorista basco omosessuale con un figlio autistico non riconosciuto, e dopo 2 ore di introspezione a vuoto lui morirà in un attentato e lei si ritirerà in una missione di lebbrosi in Sudamerica, dopo aver contratto l'HIV". Sospetto un certo compiacimento nichilista che viene dalla contaminazione con l'Azione Cattolica, noto ambiente sado-masochista.
2. Sia bella solo la musica a)noiosa al limite del suicidio, b)caotica , sciatta e disarmonica come quelli che tra una pista e una canna malfatta la ascoltano in locali sudici , meglio se occupati e deturpati con la vernice (tossica) a spruzzo c) di origine nera e urlata da rapper in felpa o da maggiorate sgarrupate col senso estetico di Madonna negli Anni '80, della cui cultura chi ascolta non sa un solenne cazzo ma la trova figa perchè non-bianca. Sospetto un complesso di colpa/invidia per non essersi fatti il culo nei campi di cotone e verso le supposte dimensioni degli organi sessuali
dell'etnia afro (cui mando un affettuosissimo saluto, ma grazie di niente per : il gospel,il 2-palle-soul,James Brown, Michele DiGiacomo e Rihanna per dirna una,chi ne distingue gli ululati se le merita.
3. Siano giuste solo le cause perse, ma questo è facile da capire: a sposare le altre, magari anzichè inveire contro Cicip & Ciciap ti tocca anche di FARE qualcosa. E fare compromette tutti gli ideali, e diciamolo pure, lavorare seriamente è un concetto borghese, conservatore e di destra.
Sarà per questo che gli altri hanno Hollande che con l'aria compitina da controfigura di Letta (Enrico, non quello che è davvero al governo) fa da subito una patrimoniale al 75%, mentre noi abbiamo una manica di cialtroni che con una mano tengono la barca in rada a Gallipoli e con l'altra fanno piovere commesse alle COOP del cemento che da Ravenna,Parma e Piacenza vengono a sventrare i territori rossi del nord Ovest?
Che gli altri hanno Noam Chomsky mentre noi abbiamo i coglioni della Decrescita Felice, che non hanno mai avuto un mutuo da pagare in vita loro?
Forse hanno ragione quei buddhisti che dicono che ciascuno ha quel che si merita.
Ma poi, del resto, Dio è un concetto di destra.
E , mi sa, la Vita l'Universo e Tutto Quanto, anche.


NO GRAZIE A:
Rocco e i Suoi Fratelli - Ladri di Biciclette - Accattone (Scusa Pierpaolo) - Salò (Non mi scuso neanche)- Ossessione - Gruppo di Famiglia in un Interno - Portiere di Notte - Novecento - Gomorra  e tutte le glorificazioni del disagio, della contorsione, del malessere e della sconfitta che hanno reso questo Paese inconfondibile del mondo come l'unico che , anzichè Dio, venera la sfiga.
 Lo spiritual e il gospel (son 50 anni che li avete, i diritti civili, ora BASTAAA!!!) - la Philly e la Motown - Temptations, Supremes, James Brown, Marvin Gaye, Michael Jackson, Witney Houston, Rihanna, Beyonce,e la banda dei falsi neri Eminem, Anastasia, Amy Winehouse. Uscite dalla mia radio, per favore, in 20 anni di moda idiota mi avete reso bellissimo il suono della musica country, e per questo non vi perdonerò mai.
Veltroni- D'Alema - Franceschini - Letta - Letta - Letta - Letta - esci da questa lista Bindi che neanche volendo con la sinistra tu c'entri un cazzo - Boldrini , Renzi, Serracchiani e tutti i falsi giovani del PD (che è come dire i pinguini del Darfour) - Padre Nicola Vendola ("Voglio sposa"r"mi in chiesaaaa!!!")- Perino tu stai alla Valsusa come l'Ilva sta a Taranto - e tutti i 7,8,9,10 Partiti Comunisti che in comune hanno di essere completamente inutili.
Ok, ora mi sento un pò più leggero.
Senza scorie azotate e detriti storici.
Falqui, bastava la parola.

venerdì 28 giugno 2013


 ALL YOU NEED IS YOU
Verranno a Dirti Come la Pensi: Tu Spara ad Altezza d'Uomo



Qualcuno vive nell'illusione che la normalità si faccia per legge.
Questo è stupido, ed è in malafede chi, pur sapendo come stanno le cose, per opportunità politica alimenta tale speranza.
Ma le leggi non creano cultura, semmai ostilità.
Quand'è stata l'ultima volta che avete attraversato sulle strisce...?
Appunto.
"Normalità" viene da "norma", ed è un concetto statistico, non di valore.
Normale vuol dire più frequente , non migliore, se non nell'invidia di chi è parte di una minoranza e vorrebbe essere maggioranza.
Lo scriveva Pierpaolo Pasolini, parlando dell'omosessualità, che è e sarà sempre oggetto di curiosità e di scherzo, perchè diversa, come il colore della pelle e la fede estranea,come l'essere albino o semplicemente straniero.
Nell'America di Obama i matrimoni misti sono ancora marginali come lo sono a parti inverse nelle nazioni africane, e lo saranno sino a che esisterà una prevalenza etnica, bianca o nera. L'omossesualità invece, riproducendosi nel tempo come una frazione minima di popolazione, sarà un'eccezione sempre e dovunque. Non c'è niente di male, tranne nella frustrazione di chi vorrebbe imporre la normalità per legge, come quell'intollerabile bambino che invocava la Signora Maestra per costringere gli altri al rispetto che lui non sapeva crearsi da solo. Nella vita è cresciuto lamentandosi dello Stato, della Chiesa e della Famiglia, e in generale di tutto tranne che del vero problema, cioè se stesso.
Perchè il punto è che la diversità è una costante universale proprio come la normalità,
e va accolta e vissuta come una possibilità da sfruttare per vivere al di fuori della massa, oltre i riti e le convenzioni. Altrimenti diventa solo una fonte di disagio e rancore, e quella possibilità viene sprecata.
La diversità è un valore. Etnica, religiosa, culturale, sessuale: è ciò che vi differenzia, vi crea difficoltà di adattamento e per questo solo fatto vi aiuta a pensare, a interrogarvi, a ridefinire voi stessi fuori dal coro, dal catechismo, dal cortile dell'omogeneità. E' assurdo costruirle intorno categorie , costruire barriere di identità per riunire i simili e contrapporsi ai diversi. Se diventi il nemico, la tua guerra è persa in partenza. Perciò scriveva Sandro Penna, poeta omosessuale amico di Pasolini:
"BEATO CHI E' DIVERSO / ESSENDO EGLI DIVERSO:
MA GUAI A CHI E' DIVERSO / ESSENDO EGLI NORMALE."
Siate chi siete, non ciò che siete.
Molti, troppi verranno a dirvi che cosa siete.
Mentono tutti, perchè non hanno vissuto la vostra vita.
Ma solo voi al mondo siete in grado chi sapere CHI siete.
Qualcosa di unico e irriproducibile, un miracolo termodinamico: il nulla che diventa un fiocco di neve, e per
quel breve momento brillerà di bellezza e di magia, per poi tornare al Mistero.
Ogni attimo di voi è l'Eternità.

Vi amo tutti, anche quelli che non incontrerò mai.
Soprattutto loro.

Janisch

lunedì 3 giugno 2013







RICORDAMI DI GUARDARE IL MARE

Norma Jeane si accese una Chesterfield, guardando le luci lontane ancora accese lungo il boulevard.
Le strade deserte accolsero il sospiro con cui emise il fumo nell'aria fredda del mattino: il fiocco di nuvola
azzurrina si distese verso l'orizzonte, e di lì a poco scomparve. La giovane la seguì con lo sguardo, reprimendo un brivido come se la scena le ricordasse qualcosa che la metteva a disagio.
- Mi scusi se glielo dico, ma le fa male - osservò Kovalsky, rispettosamente, appoggiato al cofano della
sua Pontiac verde del '57.
Lei fece spallucce e un mezzo sorriso triste, senza dire nulla. Uno degli aspetti positivi dell'essere morti è che i vizi non possono più farti del male. Il problema è che non provi neanche più le sensazioni, per cui puoi fumare un milione di pacchetti senza sentire il sapore, come stare all'alba di inizio aprile in mezzo alla campagna dell'Oregon in camicetta di lino e gonna corta senza patire il freddo.
- Possiamo andare - disse alla fine, a voce bassa.
- Credevo volesse vedere il sole che sorge...
- Non posso.
- Beh, se ha fretta di andare da qualche parte, io sono il taxista giusto - sogghignò lui, aprendo la portiera con la mano sia ferma che gentile di chi sa che un'automobile non è soltanto lamiera e cavi e benzina - proprio come una donna non è solo tette, trine e mascara.
Adrian Kovalsky , la Freccia dei 50 Stati, l'autista più veloce delle strade d'America, il cui nome evocava i passati guerrieri Cheyenne che cavalcavano nudi nel vento di tempesta delle praterie. Le Polizie avevano smesso da anni di cercare di raggiungerlo, anche perchè in fondo non aveva causato mai un solo incidente... e anzi, studiavano la sua guida come modello negli inseguimenti ai criminali.
- Dove la porto, adesso...?
- Verso Ovest. Allontaniamoci dal mattino, per favore.
- Nessun problema - rispose lui, facendola salire a bordo come un gentiluomo deve fare. - Io vado molto più forte del sole.
Il ruggito della Pontiac salì al cielo ancora scuro, e si mescolò  alla voce graffiata dall'alcool di Tommy Waits, che mormorava " Sono in cerca dei fantasmi del Sabato sera..."
In nemmeno 40 minuti erano da Grant Pass a Crescent City, bruciando la 199 che costeggia il Redwood Park dopo essere scesa da Lone Mountain: il paesaggio oltre i finestrini era scorso come un bel quadro astratto, tutto verde e ocra e blu.
- Accidenti - era sfuggito alla bionda, in ammirazione.
- Sì, forse mi sono trattenuto un pò - si scusò Kovalsky. - E ho perso tempo guardandola due o tre volte nel retrovisore. Sa, è difficile non guardarla, con tutta la buona volontà.
- Grazie... Oh! C'è il mare! Rallenti, la prego...anzi no, si fermi solo un attimo. Per favore.
- Ehi, d'accordo.
I freni obbedirono come un muscolo fedele e l'auto scivolò descrivendo un arco sino a uno spiazzo panoramico nel senso di un tornante. L'Oceano Pacifico fermava la costa della California come un immenso semaforo di un azzurro profondo, sul cui bordo brevi fulmini bianchi segnavano lo sbattere della mareggiata sugli scogli e le secche davanti alla riva.
- Ricordami di guardare il mare...
- Come ha detto ?!
- No, è un ricordo. Una cosa che mi diceva la mia agente, una signora gentile che mi seguiva dappertutto...quando eravamo in viaggio, in treno o in aereo, mi raccomandava sempre di guardare a lungo le onde del mare . "Sono come noi", aggiungeva ogni tanto. A lei dava un senso di pace. Io non so...mi piace molto guardarlo a lungo, ma più che altro mi vengono delle domande senza risposta.
Lei che ne dice...?
- Io sono un uomo di terra. Ma mi capita spesso di guardare le nuvole, oltre il parabrezza, e immagino che stiano nel cielo come le onde nel mare. E allora sì...credo di capire che cosa intendeva la sua amica; anche se non sono sicuro riguardo al senso di pace.
- Si è fatto tardi - sussurrò Norma Jeane, quasi con un dolore esile nella voce. - Devo andare.
- D'accordo - fece Kovalsky, voltandosi verso l'abitacolo.
Ma lei era scomparsa, senza lasciare alcun altra traccia nell'aria albeggiante se non un lontano profumo di Chanel numero 5.
 Adrian , però, aveva l'olfatto intasato da troppa benzina e olio combusto, e non sentì neppure quello.

Janisch

giovedì 23 maggio 2013







                                                         M A N I F E S T O
                             Il nostro spettro si aggira per il luogo
                         precedentemente noto come Europa........... 

Ieri sera ho stretto la mano a un uomo che ha passato 24 anni in carcere per aver detto la verità sui rapporti 
tra lo Stato, la politica e la giustizia sociale. Una verità molto semplice, che si può o meno condividere, si può accettare o respingere, ma per la quale  non ha mai ferito ha ucciso nessuno. 
La verità è che la Storia si cambia con la forza, e che il dialogo e il compromesso sono stratagemmi che cercano di dissimulare, diluire o ritardare l'uso della forza. 
Le società sono da sempre in mano ai ricchi, che accettano di concedere diritti o di condivere i loro averi con i povero solo fino a che ne hanno paura. La storia della modernità è stata segnata dai plebei che hanno decapitato il re di Francia, dagli operai inglesi che hanno scioperato resistendo alle violenze di polizia sino a far capire che la lotta non sarebbe mai finita fino a che avessero ottenuto orari,condizioni e stipendi decorosi,
dai partigiani italiani che hanno combattuto con sangue i nazifascisti di Salò, dagli indiani sdraiati lungo i binari al seguito di Gandhi, dalle masse che hanno abbattuto gli Zar nell'ottobre 1917 nella rivoluzione pensata da Lenin e che fu poi tradita dal suo successore ("I due pilastri del potere borghese che per primi andanno abbattuti dal nuovo regime del popolo sono l'Esercito e la burocrazia." CHE FARE, Lenin 1902 ).
Modi diversi di usare la forza per risolvere un conflitto di interessi inconciliabile, tra chi non ha e chi non vuole dare. Tutti validi a seconda dei contesti che li hanno espressi.
Ma resta il fatto indiscutibile che sino a quando il "padrone", il "barone", il "signore" non vive nel costante timore di quello che può succedere se affama il popolo, se ne lede la dignità, se lo priva della salute e dell'istruzione, il suo dominio è mitigato dal buon senso. Ma nell'attimo stesso in cui un popolo disunito, pigro e privo di volontà non gli invia il messaggio quotidiano il cui senso è: "SAPPIAMO DOVE VIVI E DOVE VAI", l'avidità ottusa del potente gli farà rialzare la testa e lo spingerà a corrompere gli amministratori per coprire cattive condizioni di lavoro, a intimidire i sindacati per accettare soprusi e vessazioni, a fare pressioni sui Parlamenti per avere leggi che riducano i diritti e le possibilità di azione di chi lavora e di chi il lavoro difende e rappresenta.
Tutto questo è stato fatto anche in Italia, dopo l'ubriacatura di falso benessere degli Anni Ottanta, pagata con la creazione di una voragine di debito pubblico da parte della cosca socialista che faceva capo a Craxi: e ha raggiunto il suo apice con il regime di cui Berlusconi è stato il figurante, al servizio del Progetto Rinascita della Massoneria di Licio Gelli, collusa con il malaffare di tutta la penisola - lo stesso che uccidendo i magistrati e gli imprenditori onesti aveva essa stessa dato allo Stato il chiaro segnale di essere pronta all'uso massiccio di quella forza  che cambia la Storia, che arresta la Storia, che devia la Storia.
Oggi, 2013, dopo oltre 15 anni di frenesia liberista - l'AIDS delle democrazie occidentali - lo stato sociale è sfibrato e consunto, i diritti dei lavoratori arretrati e stracciati da oscenità come la legge Biagi che hanno di fatto reintrodotto la servitù e legalizzato lo sfruttamento più bieco del precariato, piegati dai ricatti di ignobili figuri come il sicario svizzero di casa FIAT, che in altri tempi avrebbe dovuto cambiare ogni notte stanza d'albergo per poter dormire al sicuro. 
Il Mostro Idiota ha rialzato la testa. E non la poserà discutendo amabilmente con lui nei salotti governativi,scrivendo corsivi su Repubblica o l'Espresso, facendo dotte denunce a REPORT o davanti a un the con Fazio: non si ritirerà davanti a garbati striscioni e slogan scanditi da qualche migliaio di studenti e pensionati nei centri delle metropoli assediate dalla speculazione dei neo-palazzinari con le giunte comunali a libro-paga, dalle mafie indigene e importate dall'Est, dal disagio sociale e dalla disperazione degli immigrati,dei giovani,dei rottamati dal sistema produttivo.
Il mercato è impazzito, spronato dalla smania finanziaria del profitto a breve termine e ad ogni costo, che trascina l'economia produttiva in spirali ingovernabili che causano la rovina dei piccoli e medi investitori e imprenditori, gente senza voce legata al carro di una ricchezza e di un privilegio completamente demente, cieco ai benefici che verrebbero all'intero corpo sociale dal sacrificio di una minima parte dei loro sterminati patromini per ridistribuire il reddito totale in modo da dare alle masse un nuovo potere d'acquisto in grado di riavviare i consumi, ridare vita ai ceti medi, attenuare di nuovo il montante conflitto sociale.
Ma la Storia nulla insegna a questi viziati e inetti padroni del mondo: l'America del '29 è un ricordo lontano, molti di loro anzi si arricchiscono con le Depressioni grazie al controllo delle banche e delle finanziare, i veri assassini di regime dell'economia del Tardo Capitalismo, le jene e gli sciacalli che prosperano nella decomposizione di quello che fu l'Occidente di Rossevelt, delle politiche keynesiane e del controllo politico dei mercati. E al sicuro delle loro ville multiple, nelle loro tenute, nei loro paradisi fiscali si  sentono intoccabili,invincibili,immortali e indifferenti alla sofferenza del mondo che loro per primi hanno portato allo sfascio.
La Forza è il motore della Storia. E il solo ed unico modo di riprendere le redini della Storia è mandare ai Luigi XVI e alle Marie Antoniette di oggi un messaggio quotidiano, così chiaro che persino loro non possano fingere di non aver capito.
Sappiamo chi siete.
Sappiamo dove vivete.
E la Storia, se ve lo siete dimenticati, si ripete.

Un grazie e un sincero saluto all'uomo di nome Renato Curcio. 
Janisch 





domenica 12 maggio 2013



                                                   F R E E M A N   B L U E S    

Apocrifo di JOHN LEE HOOKER - Virginia Plain, 1962
trad. D.Janese 2002

Questo è  il canto dell'Uomo Libero
nato sotto il sole, nato sotto il sole
questo è il canto delle anime in corsa
sotto lo sguardo del sole, lo sguardo del sole

Io non sono un cxxxo di intellettuale
fatto per farsi del male,
sono figlio di poveri
il mio bicchiere è mezzo vuoto
ma il vino è meglio del tuo,
il mio seme è più sano del tuo

Io non sono neanche un cxxxo di artista
che si fuma la testa, che si fuma la vita
sono figlio di servi,
innocente come un ladro
e le vostre sono parole vuote,
profeti a nolo e parole vuote

E questo è il canto dell'Uomo Libero,
state alla larga con le vostre colpe
marchio dei ricchi bugiardi e ruffiani
pronti a sorridere e fingersi poveri

I miei vestiti li prendo al mercato,
le mie scarpe sono più vive di voi interi
So cosa sono e sono vostro nemico,
voi non sapete cos'è un Uomo Libero

Oh Signore dei campi al sole,
sentimi un attimo, hai forse un inferno
più freddo di un cuore pieno di astio
più vuoto di chi non ama i tuoi doni,
la terra,le nuvole e il vento dal mare
pronto a piovere sui sogni infranti,
pronto a lavare il sangue dei giusti,
a unirsi al canto di un Uomo Libero

Oh le mie parole le faccio con le mani
oh dammi uomini cui stringere le mani,
oh dammi donne piene di gioia
da scopare al sole, con cui dormire al sole
che sappiano quando è il momento di andare
lasciare andare i passi di un Cammino Libero.

*  *   *



mercoledì 8 maggio 2013







                           D E M O C R A C Y    R O O M

 Qualcuno si è accorto di aver cambiato mondo?
Chi era nato e cresciuto coi valori della Resistenza, della partecipazione e della cultura popolare si sarà
accorto di uno slittamento che non ha niente di sottile: il cittadino è sparito sostituito dallo spettatore e dal
consumatore, la cultura è considerata inutile e prerogativa di operatori specializzati, lo spettacolo assorbe
le proiezioni e le frustrazioni degli individui, soprattutto giovani, e la rappresentanza politica rappresenta, promuove e tutela se stessa.
La Democrazia è una farsa.
Il mondo è governato da un cartello di multinazionali senza volto , le cui basi commerciali nascono soprattutto dal petrolio, dal chimico-farmaceutico e dall'industria pesante : si reggono su uno schiavismo feudale mantenuto dai regimi armati del terzo ed ex-terzo mondo, procurano il progressivo avvelenamento ed esaurimento dell'ambiente e della sua atmosfera per garantire profitti a breve termine ai suoi azionisti, mantengono il monopolio del motore a scoppio e l'incurabilità di malattie come il cancro per continuare a sfruttare i brevetti e le terapie in loro possesso, diffondono periodicamente virus letali per mantenere l'opinione pubblica mondiale consapevole del loro potere e controllano il permanere di una crescente diseguaglianza sociale impedendo ogni processo di redistribuzione del reddito.
Contro di loro vale l'argomento già portato nel Rinascimento dai teorici del diritto naturale: è giusto e legittimo abbattere la tirannia, con ogni mezzo.
Il governo-ombra mondiale ha diffuso ovunque il timore sacro della violenza politica organizzando a scadenze regolari attentati ad hoc per mantenere forte l'etichetta del terrorismo, finanziando e coprendo
gruppi insurrezionalisti e faide etniche di vario tipo, allo scopo di avere un costante flusso di vittime civili , in modo da costringere le espressioni politiche a dissociarsi pubblicamente da ogni proposito di opposizione armata e rendendole così completamente innocue.
Ma il punto è proprio questo. Il potere non teme altro che se stesso e i suoi stessi strumenti : la forza fisica, la sommossa, il ricatto e l'esposizione a nudo dei suoi segreti di Pulcinella - le stragi di stato (Italia, anni 70, 11 Settembre), le invasioni programmate  (Iraq), le dittature a richiesta (Cile,Argentina,Birmania,Siria etc), le piaghe sociali (AIDS,sars/aviaria) e via dicendo.
Cittadini, formate i vostri battaglioni.
La Democrazia può essere restaurata soltanto dal basso.
La fantasia è l'unico limite ai mezzi possibili.
Il resto sta a voi, a me. A noi.
Per mettere fine alla Guerra Invisibile , e  perchè la Guerra Vera abbia inizio.

Ultimo Comunicato Registrato. 
 

martedì 16 aprile 2013







BENVENUTI AL MEMORY MOTEL
Anche se siete sempre stati qui.


Ciao, ragazzi. Percorrete il viale e attenti a dove mettete i piedi, le luci non sono gran che e l'asfalto ha visto
giorni migliori. Poi, in fondo e poco a destra, c'è l'ingresso di servizio. Non è il caso di passare dalla porta principale, dato che siete qui solo per dare un'occhiata: le regole di ammissione per gli ospiti sono precise, e se anche aveste i requisiti... beh, c'è una clausola che non credo vi piacerebbe molto.Quindi, state all'occhio e cercate di non farvi notare in giro.
Non fate a caso agli schiamazzi che vengono dalla portineria: sarà la scenata quotidiana di Norma Desmond,
che ha scoperto di non avere più ghiaccio nel frigo-bar. Il signor Torrance ha una gran pazienza con lei, ma sospetto che un giorno o l'altro ci accorgeremo che la vecchia diva sarà sparita, mentre il roseto crescerà rigoglioso grazie a un nuovo fertilizzante nel terreno.
Il bar del salone centrale è ancora quasi deserto: devono essere tutti ancora alla presentazione dell'ultimo
libro di Truman Capote, che si teneva sul terrazzo del Solarium: è estate, immagino che la gente voglia rima-
nere fuori più possibile. Oltre la vetrata un piccolo comitato di accoglienza si è formato per dare il benvenuto a un nuovo arrivato dal Sudamerica , un generale rivoluzionario socialista : vedo in testa  Rosa Luxemburg , con Sartre che parla con quell'italiano, Calvino, reggendo una bottiglia di Chateau-Lafitte pronta per l'occasione. Vi direi di curiosare da lontano: se vi mettete in mezzo ai politici ne uscirete all'alba e con il mal di testa. 
I musicisti sono molto più divertenti, ma prendete il largo quando tirano fuori della polvere bianca. Là in fondo trovare Erroll Garner con Lionel Hampton che fanno coppia a poker contro John Lee Hooker e Cab Calloway. Perderanno, non so perchè ma i jazzisti lo fanno quasi sempre, mentre ci sono storie di bluesman che a carte battono il Diavolo.
Domani si terrà un vernissage all'aperto sulla spianata davanti al mare: la Chanel presenterà le collezioni d'Autunno, con le scenografie di Andy Warhol. L'anno scorso Janis Joplin ha fatto un casino quando ha scoperto che tutti i cocktail erano analcoolici, e si è presa a botte con Billie Holiday. Le ha prese, neanche a dirlo... Pare che le musiche saranno di Stockhausen, quindi nel caso portatevi dei cuscini molto morbidi.
Come dite...? Ah, le note di chitarra vengono dal primo piano: Woody Guthrie sta facendo sentire a Bob Altman un pezzo che vorrebbe mettesse nel suo prossimo film. Sì, è molto bello, forse un pò triste. Parla di un vecchio che ricorda  i suoi amori , uno per ogni colore della pelle... si intitola "My Only Rainbow" ; per il protagonista ho sentito parlare di Paul Newman, che con Bob ha già lavorato , e si diverte a recitare la parte dell'anziano nostalgico. Il mese scorso intanto ha sfasciato un'altra Mustang contro un olmo sul viale d'ingresso.
E' una magnifica serata, l'aria che viene dalla baia sa di sale e di sogni, e se seguite le luci e la musica di piano
arriverete ai gazebo della spiaggia, dove di sicuro c'è Gershwin che sta accompagnando qualche gag della banda del muto. Ieri c'erano Harold Lloyd e Harpo Marx, ed era una cosa da vedere. Abbot e Costello sono lì tutte le sere a prendere appunti: una volta che è passato Chaplin e ha rifatto con Ed Wood la gag di "chi gioca in prima base", giuro che li ho visti piangere.
Ah, quello. Le luci accese ai piani alti, subito sotto gli abbaini? Mi spiace, là non si può entrare. C'è una conferenza nella suite di Roosevelt, ed è chiusa al pubblico. I Presidenti sono riuniti a parlare del futuro del mondo - quell'altro, naturalmente. Non so bene chi sia con loro: so che hanno chiamato il reverendo King, un avvocato indiano - un signore piccolo con gli occhiali, sempre vestito di bianco, che tutti trattano come un ospite di riguardo e di cui non ricordo il  nome - e quello svedese dall'aria triste, Olaf Palme. Oggi avevano tutti l'aria preoccupata... ma vi dirò, capita spesso. Non credo risolveranno niente, ma è bello e conforta pensare che ci siano uomini che hanno a cuore le sorti dell'umanità, anche se l'umanità non pare condividere il loro impegno.
Ecco, questo è tutto. Più o meno. Ora vi lascio: andate e venite a vostro piacimento , è tutto a vostra disposizione. Ci sono stanze dove non potete entrare, ma troverete semplicemente la porta chiusa. Non fatevi strane idee: qui non siamo all' Overlook Hotel. E' solo che certi ospiti preferiscono non avere a che fare coi vivi, o addirittura non vogliono vedere nessuno e basta. Una volta Virginia Woolfe è rimasta chiusa in camera per quasi un mese, finchè la Bronte le è entrata dalla finestra e l'ha convinta a uscire di nuovo. Certi artisti hanno un carattere difficile. Altri...beh, possono essere pericolosi. Qualche tempo fa un batterista inglese di nome Bonham ha fatto a pezzi un'intera sala perchè secondo lui non aveva l'acustica giusta, e ha colpito con un candeliere due addetti che cercavano di fermarlo. Per non parlare di quello che non hanno fatto Hemingway e il Generale Patton quando in sala da pranzo se le sono date di santa ragione.
Questa è la mappa del Memory , disegnata dal signor Borges... quindi, attenti a non perdervi. Quando capita, può diventare un problema recuperarvi. Se desiderate, portate un quaderno per prendere appunti: lo fanno in molti, anche se non servirà più di tanto. Quasi tutti i ricordi andranno persi poco dopo il risveglio.
Non c'è modo per evitarlo, come è inutile nascondersi o chiudersi in qualche stanza: quando verrà il momento, ritornete indietro come tutti, in quel mondo laterale che crede di essere la Realtà. 
Ma non datevi pena... ritornerete più volte, ed ognuna di esse sarà come se fosse la prima.
E un giorno, forse, vi conteremo tra i nostri graditi ospiti, se abbastanza anime vi avranno ricordati abbastanza a lungo. Questo è il motivo del nostro nome, d'altra parte: siamo l'Albergo della Memoria.
 Qui le acque del tempo si fermano dinanzi ai nomi scritti nel nostro registro... almeno sino a che anch'essi sbiadiranno, coi secoli e coi ricordi delle generazioni ,  come tutto è destinato a fare  prima o poi. 
Ma questa, è un'altra storia.