giovedì 24 ottobre 2013


HO VISTO ANCHE FASCISTI FELICI

C'era una volta un mondo con dentro varie società, con valori e culture diverse.
Una di queste si credeva migliore delle altre.
In nome di questa idea si sentì libera di imporre i suoi punti di vista alle altre, usando gli eserciti per uccidere
con estrema fantasia - bruciandoli, annegandoli, squartandoli, scannandoli ma più tardi per economia semplicemente sparandogli - tutti quelli che esprimevano dissenso, all'esterno come all'interno, e anche un buon numero di coloro che per qualsiasi motivo apparivano diversi e che non potevano o non volevano fare a meno di quella diversità.
Poi il tempo passò e, dopo un discreto numero di guerre e di eccidi, la nostra società arrivo a contemplare con terrore la propria possibile estinzione. Da lì decise di cambiare completamente strategia, e di adottare un comportamento che escludesse a priori qualsiasi forma di violenza e di discriminazione delle diversità, e chiamò questo colpo di genio il linguaggio politicamente corrtto, o  Politically Correct. 
Sfortunatamente, nel suo compiacimento la società aveva dimenticato un dettaglio elementare: l'uguaglianza non esiste. L'uguaglianza è un concetto matematico, e non si può applicare alle persone, essendo queste non equazioni ma realtà qualitative, con affinità e disaffinità, armonie e disarmonie che i numeri - non pensando - non hanno.
Il che significava, ovviamente, che la legge non detta che ora imponeva a tutti non discriminare nessuno era irreale, inapplicabile, assurda. Tipo la norma che imponeva di attraversare la strada sulle strisce pedonali.
Ora, come è noto a tutti e da tutti o quasi ignorato, la coercizione non crea che malanimo e reazione opposta, come il proibizionismo ha esteso e rafforzato i consumi di alcool e di ogni sorta di droga.
Quindi, la tutela a priori delle differenze creò un'ostilità generalizzata verso la differenza in sè, e mobilitò una percezione acuta e sofisticata delle differenze anche minime ( specialmente tra gli elettori di sinistra, capaci di odiarsi tra loro a causa di alcune intollerabili  anche se minori differenze , molto più di quanto odiassero gli elettori di destra, da cui li separava un rassicurante abisso).
 Il risultato fu una società dove tutti disprezzavano tutti , ma erano costretti a fingere di sopportarsi, proprio come in un'assemblea condominiale o a Messa la domenica in uno di quei paesi di provincia dove tutti si sorridono desiderando in realtà ciascuno l'estinzione dell'altro. E, come spesso succede, la tensione implicita in questo innaturale stato di cose sfociava di continuo in atti di violenza che altrimenti probabilmente non avrebbero mai avuto luogo.
Ma, ufficialmente, si era democratici e felici.
La storia insegna che il fascismo,come ogni belva feroce, ha molti volti: alcuni sorridono.
Ma solo perchè una jena ti sorride, non vuol dire che sia tua amica. 

"E' intollerabile , per un uomo, essere tollerato." 
(Pier Paolo Pasolini, citando Jean Cocteau)
 

 

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