giovedì 31 ottobre 2013







I GIORNI DEL SOLE E DELLA PIOGGIA

 

Anders mosse il dondolo nel patio, che scricchiolò fedelmente col passo lento di un vecchio servitore, ricordandogli i volti di tutti coloro che negli anni gli erano stati seduti accanto...
Volti uomini, volti di donne: la presa ruvida e frettolosa dei primi, la carezza leggera e incerta delle seconde...gli sguardi di tutti loro, sempre in parte sfuggenti di lato, vuoi per il timore e vuoi per l'imbarazzo. Il loro passo, a volte pesante e pieno di rammarico, a volte lieve e segnato da un estasi recente: i tramonti sulla laguna in fondo al lido e le albe tra gli arbusti del crinale, e i corpi intrecciati al suo, che ora sfilavano in una danza distante, come pupazzetti di carta uniti solo dall'essere fatti di un'unica e fragile materia...
E Anders si domandò, nè per la prima nè per l'ultima volta, come sarebbe scorsa la sua vita se la Natura lo avesse costretto ad amare soltanto uomini o soltanto donne:e si meravigliò a scoprire che la sottile ansia che un tempo aveva accompagnato quel dubbio era scomparsa nella risacca degli anni.
Sarebbe stato come essere storpio, forse, consegnato a portare il peso del suo passo su di una gamba sola. O come un guercio, privato della profondità della visione. O come un sordo da un orecchio, cui fosse negata la gioia dell'avvolgimento nel suono, nella musica.
E Anders sorrise. Con la gratitudine del bambino che un giorno ha scartato un regalo, per scoprire che la sostanza del dono non avrebbe avuto mai fine. Con la pace di un mattino di sole sulla foschia, con la quiete di un lago che non scorre ma non è mare, con la grazia e il mistero dei contrasti voluti da Dio, Anders sorrise."
Capitolo XII, pg. 226.

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