giovedì 23 maggio 2013







                                                         M A N I F E S T O
                             Il nostro spettro si aggira per il luogo
                         precedentemente noto come Europa........... 

Ieri sera ho stretto la mano a un uomo che ha passato 24 anni in carcere per aver detto la verità sui rapporti 
tra lo Stato, la politica e la giustizia sociale. Una verità molto semplice, che si può o meno condividere, si può accettare o respingere, ma per la quale  non ha mai ferito ha ucciso nessuno. 
La verità è che la Storia si cambia con la forza, e che il dialogo e il compromesso sono stratagemmi che cercano di dissimulare, diluire o ritardare l'uso della forza. 
Le società sono da sempre in mano ai ricchi, che accettano di concedere diritti o di condivere i loro averi con i povero solo fino a che ne hanno paura. La storia della modernità è stata segnata dai plebei che hanno decapitato il re di Francia, dagli operai inglesi che hanno scioperato resistendo alle violenze di polizia sino a far capire che la lotta non sarebbe mai finita fino a che avessero ottenuto orari,condizioni e stipendi decorosi,
dai partigiani italiani che hanno combattuto con sangue i nazifascisti di Salò, dagli indiani sdraiati lungo i binari al seguito di Gandhi, dalle masse che hanno abbattuto gli Zar nell'ottobre 1917 nella rivoluzione pensata da Lenin e che fu poi tradita dal suo successore ("I due pilastri del potere borghese che per primi andanno abbattuti dal nuovo regime del popolo sono l'Esercito e la burocrazia." CHE FARE, Lenin 1902 ).
Modi diversi di usare la forza per risolvere un conflitto di interessi inconciliabile, tra chi non ha e chi non vuole dare. Tutti validi a seconda dei contesti che li hanno espressi.
Ma resta il fatto indiscutibile che sino a quando il "padrone", il "barone", il "signore" non vive nel costante timore di quello che può succedere se affama il popolo, se ne lede la dignità, se lo priva della salute e dell'istruzione, il suo dominio è mitigato dal buon senso. Ma nell'attimo stesso in cui un popolo disunito, pigro e privo di volontà non gli invia il messaggio quotidiano il cui senso è: "SAPPIAMO DOVE VIVI E DOVE VAI", l'avidità ottusa del potente gli farà rialzare la testa e lo spingerà a corrompere gli amministratori per coprire cattive condizioni di lavoro, a intimidire i sindacati per accettare soprusi e vessazioni, a fare pressioni sui Parlamenti per avere leggi che riducano i diritti e le possibilità di azione di chi lavora e di chi il lavoro difende e rappresenta.
Tutto questo è stato fatto anche in Italia, dopo l'ubriacatura di falso benessere degli Anni Ottanta, pagata con la creazione di una voragine di debito pubblico da parte della cosca socialista che faceva capo a Craxi: e ha raggiunto il suo apice con il regime di cui Berlusconi è stato il figurante, al servizio del Progetto Rinascita della Massoneria di Licio Gelli, collusa con il malaffare di tutta la penisola - lo stesso che uccidendo i magistrati e gli imprenditori onesti aveva essa stessa dato allo Stato il chiaro segnale di essere pronta all'uso massiccio di quella forza  che cambia la Storia, che arresta la Storia, che devia la Storia.
Oggi, 2013, dopo oltre 15 anni di frenesia liberista - l'AIDS delle democrazie occidentali - lo stato sociale è sfibrato e consunto, i diritti dei lavoratori arretrati e stracciati da oscenità come la legge Biagi che hanno di fatto reintrodotto la servitù e legalizzato lo sfruttamento più bieco del precariato, piegati dai ricatti di ignobili figuri come il sicario svizzero di casa FIAT, che in altri tempi avrebbe dovuto cambiare ogni notte stanza d'albergo per poter dormire al sicuro. 
Il Mostro Idiota ha rialzato la testa. E non la poserà discutendo amabilmente con lui nei salotti governativi,scrivendo corsivi su Repubblica o l'Espresso, facendo dotte denunce a REPORT o davanti a un the con Fazio: non si ritirerà davanti a garbati striscioni e slogan scanditi da qualche migliaio di studenti e pensionati nei centri delle metropoli assediate dalla speculazione dei neo-palazzinari con le giunte comunali a libro-paga, dalle mafie indigene e importate dall'Est, dal disagio sociale e dalla disperazione degli immigrati,dei giovani,dei rottamati dal sistema produttivo.
Il mercato è impazzito, spronato dalla smania finanziaria del profitto a breve termine e ad ogni costo, che trascina l'economia produttiva in spirali ingovernabili che causano la rovina dei piccoli e medi investitori e imprenditori, gente senza voce legata al carro di una ricchezza e di un privilegio completamente demente, cieco ai benefici che verrebbero all'intero corpo sociale dal sacrificio di una minima parte dei loro sterminati patromini per ridistribuire il reddito totale in modo da dare alle masse un nuovo potere d'acquisto in grado di riavviare i consumi, ridare vita ai ceti medi, attenuare di nuovo il montante conflitto sociale.
Ma la Storia nulla insegna a questi viziati e inetti padroni del mondo: l'America del '29 è un ricordo lontano, molti di loro anzi si arricchiscono con le Depressioni grazie al controllo delle banche e delle finanziare, i veri assassini di regime dell'economia del Tardo Capitalismo, le jene e gli sciacalli che prosperano nella decomposizione di quello che fu l'Occidente di Rossevelt, delle politiche keynesiane e del controllo politico dei mercati. E al sicuro delle loro ville multiple, nelle loro tenute, nei loro paradisi fiscali si  sentono intoccabili,invincibili,immortali e indifferenti alla sofferenza del mondo che loro per primi hanno portato allo sfascio.
La Forza è il motore della Storia. E il solo ed unico modo di riprendere le redini della Storia è mandare ai Luigi XVI e alle Marie Antoniette di oggi un messaggio quotidiano, così chiaro che persino loro non possano fingere di non aver capito.
Sappiamo chi siete.
Sappiamo dove vivete.
E la Storia, se ve lo siete dimenticati, si ripete.

Un grazie e un sincero saluto all'uomo di nome Renato Curcio. 
Janisch 





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