lunedì 3 giugno 2013







RICORDAMI DI GUARDARE IL MARE

Norma Jeane si accese una Chesterfield, guardando le luci lontane ancora accese lungo il boulevard.
Le strade deserte accolsero il sospiro con cui emise il fumo nell'aria fredda del mattino: il fiocco di nuvola
azzurrina si distese verso l'orizzonte, e di lì a poco scomparve. La giovane la seguì con lo sguardo, reprimendo un brivido come se la scena le ricordasse qualcosa che la metteva a disagio.
- Mi scusi se glielo dico, ma le fa male - osservò Kovalsky, rispettosamente, appoggiato al cofano della
sua Pontiac verde del '57.
Lei fece spallucce e un mezzo sorriso triste, senza dire nulla. Uno degli aspetti positivi dell'essere morti è che i vizi non possono più farti del male. Il problema è che non provi neanche più le sensazioni, per cui puoi fumare un milione di pacchetti senza sentire il sapore, come stare all'alba di inizio aprile in mezzo alla campagna dell'Oregon in camicetta di lino e gonna corta senza patire il freddo.
- Possiamo andare - disse alla fine, a voce bassa.
- Credevo volesse vedere il sole che sorge...
- Non posso.
- Beh, se ha fretta di andare da qualche parte, io sono il taxista giusto - sogghignò lui, aprendo la portiera con la mano sia ferma che gentile di chi sa che un'automobile non è soltanto lamiera e cavi e benzina - proprio come una donna non è solo tette, trine e mascara.
Adrian Kovalsky , la Freccia dei 50 Stati, l'autista più veloce delle strade d'America, il cui nome evocava i passati guerrieri Cheyenne che cavalcavano nudi nel vento di tempesta delle praterie. Le Polizie avevano smesso da anni di cercare di raggiungerlo, anche perchè in fondo non aveva causato mai un solo incidente... e anzi, studiavano la sua guida come modello negli inseguimenti ai criminali.
- Dove la porto, adesso...?
- Verso Ovest. Allontaniamoci dal mattino, per favore.
- Nessun problema - rispose lui, facendola salire a bordo come un gentiluomo deve fare. - Io vado molto più forte del sole.
Il ruggito della Pontiac salì al cielo ancora scuro, e si mescolò  alla voce graffiata dall'alcool di Tommy Waits, che mormorava " Sono in cerca dei fantasmi del Sabato sera..."
In nemmeno 40 minuti erano da Grant Pass a Crescent City, bruciando la 199 che costeggia il Redwood Park dopo essere scesa da Lone Mountain: il paesaggio oltre i finestrini era scorso come un bel quadro astratto, tutto verde e ocra e blu.
- Accidenti - era sfuggito alla bionda, in ammirazione.
- Sì, forse mi sono trattenuto un pò - si scusò Kovalsky. - E ho perso tempo guardandola due o tre volte nel retrovisore. Sa, è difficile non guardarla, con tutta la buona volontà.
- Grazie... Oh! C'è il mare! Rallenti, la prego...anzi no, si fermi solo un attimo. Per favore.
- Ehi, d'accordo.
I freni obbedirono come un muscolo fedele e l'auto scivolò descrivendo un arco sino a uno spiazzo panoramico nel senso di un tornante. L'Oceano Pacifico fermava la costa della California come un immenso semaforo di un azzurro profondo, sul cui bordo brevi fulmini bianchi segnavano lo sbattere della mareggiata sugli scogli e le secche davanti alla riva.
- Ricordami di guardare il mare...
- Come ha detto ?!
- No, è un ricordo. Una cosa che mi diceva la mia agente, una signora gentile che mi seguiva dappertutto...quando eravamo in viaggio, in treno o in aereo, mi raccomandava sempre di guardare a lungo le onde del mare . "Sono come noi", aggiungeva ogni tanto. A lei dava un senso di pace. Io non so...mi piace molto guardarlo a lungo, ma più che altro mi vengono delle domande senza risposta.
Lei che ne dice...?
- Io sono un uomo di terra. Ma mi capita spesso di guardare le nuvole, oltre il parabrezza, e immagino che stiano nel cielo come le onde nel mare. E allora sì...credo di capire che cosa intendeva la sua amica; anche se non sono sicuro riguardo al senso di pace.
- Si è fatto tardi - sussurrò Norma Jeane, quasi con un dolore esile nella voce. - Devo andare.
- D'accordo - fece Kovalsky, voltandosi verso l'abitacolo.
Ma lei era scomparsa, senza lasciare alcun altra traccia nell'aria albeggiante se non un lontano profumo di Chanel numero 5.
 Adrian , però, aveva l'olfatto intasato da troppa benzina e olio combusto, e non sentì neppure quello.

Janisch

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