martedì 26 giugno 2012

ENTRY 0044 - 26.6.12
LE LETTERE INVISIBILI

Quante sono in una vita  le parole che non sono state dette?
Sempre e comunque molte, molte di più di quelle pronunciate.
Spesso sono state le più importanti, o lo sarebbero state se fossimo riusciti a dirle.
Ti amo, molto spesso. E non ti amo più, purtroppo, a volte.
Avrei voluto amare mio figlio, per quel tenue sprazzo di giorni in cui il destino lo ha soffiato in Terra.
Avrei voluto sentirmi dire da qualcuno che era fiero di me, almeno una volta sola... da un padre o da una
madre, o almeno da una compagna, ma i numeri non dànno scampo...non me lo sono meritato,o il solco
tra le mie doti e i miei risultati ha creato aspettative che non sono riuscito a soddisfare.
Importa poco. Ancora più delle grandi frasi attese o trattenute per sempre, resta il ricordo di quelle più
umili, sparse dovunque negli anni, e che prima o poi ci ritornano alla memoria...
"Grazie, sei molto gentile" non disse alla ragazzina che su un prato fuori Aosta, alla fine della gita di classe
di terza media, gli aveva chiesto di venire a sedersi vicino a lei, e di parlare.
"Senti, anche tu mi piaci, proviamo" non disse al capitano della sua squadra di calcio, che lo stava massaggiando amorevolmente negli spogliatoi per consolarlo dopo un calcio di rigore tirato fuori.
"Addio" non disse a nessuno dei suoi quattro nonni, soprattutto alla nonna materna, che ogni volta che lui
andava a trovarla faceva il minestrone più buono del mondo - coi fagioli appena presi al mercato passati in un brodo scuro pieno di sapore, insieme ai capelli d'angelo - e in tutti quegli anni in cui l'aveva visto crescere non l'aveva mai rimproverato una sola volta per i capelli troppo lunghi.
Dobbiamo imparare a non lasciare cose non dette alle persone che amiamo. E a volte anche a quelle che
sentiamo di odiare, per i torti ricevuti, le ingiustizie subite, le testimonianze non rese.
Ci sono troppe lettere invisibili in troppi cassetti, e nessuno le potrà mai aprire.
Non aiutiamo il silenzio. Non cresciamo in noi quello che domani sarà rimpianto.
Diciamo quel che va detto e subito, senza mentire a noi stessi - perchè io credo che ciascuno di noi sappia
benissimo cosa dovrebbe o vorrebbe dire. Si tratta solo di lasciare liberi noi stessi attraverso le nostre
parole, superando quella paura della verità che nasconde, alla fine, nient'altro che la paura ben più profonda
e primordiale di essere, appunto, liberi.

J.


1 commento:

  1. Le parole che non ti ho detto... è anche il titolo di un bel film.
    A proposito: te l'ho mai detto che sei la persona piu' importante della mia vita, che sei il fratello gemello che avrei voluto avere, che in un'altra vita forse io ero tuo fratello etu mia sorella, e che quindiquando te ne andrai tu, me ne andro' anche io?

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