martedì 10 luglio 2012

ENTRY 0047 - 10.7.12
DOV'E' IL PROBLEMA A PARTE IL FATTO CHE SEI MORTO?

E' quello che di solito mi dico quando incontro una situazione di difficoltà e sono tentato di dibattere a lungo con me stesso se mettere la mia testa di xxxxx sotto la sabbia, formare un gruppo di studio  e valutare
una linea d'azione alla luce di parametri e precedenti che tanto non funzioneranno mai, oppure andare come
un rinoceronte a vedere chi resta in piedi tra la situazione e me. Detto incidentalmente, c'è in giro un sacco di briciole di situazioni, e io sono ancora qui.
Perchè il fatto è che, nel Grande Ciclo delle cose, io ( come anche voi, pupi beati) ho lo stesso significato di
un graffito metropolitano e più o meno la stessa consistenza: su scala cosmica sono andato prima di arrivare,
è praticamente come se fosse già successo.  E quindi vi chiedo, dov'è il problema? Vada come vada siamo
morti comunque...tanto vale arrivarci da vivi.
Tendo a pensare che la realtà sia meglio vederla com'è , e non come noi siamo, o il rischio consistente è che
un mattino lei ci arrivi contromano nella nostra corsia, e nel tempo in cui noi le sorridiamo cercando di instaurare un dialogo lei ci abbia già sparsi come conserva su tutta la carreggiata.
I sogni sono grandiosi fino a che sai di sognare, se no sono come un ombrello che sa soltanto aprirsi ma
rifiuta di chiudersi. E' meglio proiettarli sempre su uno sfondo opaco.
John Lennon cantava "L'AMORE E' LA RISPOSTA", e guardava quella svampita di Yoko Ono sorridendo
ebete. Credo avesse ragione. A lui poi hanno sparato 6 colpi nel parco sotto casa.
Gandhi ha liberato una nazione senza versare una goccia di sangue dei suoi nemici (dei suoi sostenitori invece
ne sono morti a migliaia). Lui per me è un mito,io conoscendomi col sangue del nemico ci avrei lavato le strade. A lui poi ha sparato in pieno petto uno di quelli che aveva liberato.
Martin Luther King aveva un sogno. Se anzichè raccogliere cotone oggi un nero guida l'America, è grazie al
sogno che è sopravvissuto al suo sognatore (al quale,indovinate,hanno sparato a Memphis).
Alcuni dicono che le mie immagini sono violente.
Io replico che gli uccelli, per insegnare ai piccoli a volare, non fanno dei disegnini con  le nuvolette e il sole
che sorride: li buttano dal ramo perchè sanno che entro l'ultimo metro tutti di colpo avranno imparato.
La violenza è nelle cose. Le parole, se sono oneste, non nascondono, non formano un gruppo di studio: il
loro lavoro è dire la verità. E la verità rende liberi.
Tutto il resto rincoglionisce e basta.
E comunque, non abbiamo niente da perdere , perchè siamo comunque già fottuti dal principio: tanto vale
almeno provarci, ad essere liberi. E magari scopriremo anche che possiamo non farlo da solo, perchè qualsiasi cretino è capace di essere libero in solitudine. Il difficile è farlo amando qualcuno, rischiando e
convidendo e andando oltre se stessi ( Dio che noia, se stessi...chi ama se stesso, alla fine, ha la compagnia
che si merita).
Insomma, uccellini...
Dov'è il problema?

J.

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